In merito allo stato della Ricerca in Italia

17 giugno 2005 - Durante il suo incontro a Parigi con Chirac, Tony Blair ha dichiarato ai giornalisti che solo la ricerca scientifica può salvare l’Europa, e che la Gran Bretagna sta iniziando a stanziare massicci incrementi dei finanziamenti pubblici a favore dell’università e della ricerca. L’aumento del finanziamento della ricerca in un grande paese europeo non può che far piacere agli scienziati italiani del Gruppo 2003, che si ritengono parte dell’ Europa e inseriti nella dimensione europea. Non può però non colpire il contrasto fra due paesi che hanno ambedue più di 50.000.000 di abitanti e appartengono ambedue al G8: la locomotiva Gran Bretagna e il fanalino di coda Italia. La Gran Bretagna investe annualmente 30.000.000.000 di Euro in ricerca (1,9% del PIL), l’Italia 11.000.000.000 (1% del PIL); ha ben 900 scienziati nell’elite mondiale dei più citati per le loro pubblicazioni (l’Italia ne ha 51, vedi http://isihighlycited.com); ha 9 ricercatori per ogni 1000 lavoratori attivi, mentre l’Italia ne ha meno di 3. Questi numeri sono cruda ed eloquente realtà. L’Italia, ormai priva di industria high tech, ha un’economia delle conoscenze debole, ha un lavoro ad alto costo. Solo i cervelli e la ricerca sono la risorsa che possono salvare l’Italia dall’attuale declino.

Per il Gruppo 2003
Piermannuccio Mannucci
Dipartimento di Medicina Interna Università degli studi di Milano

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