Italia al bivio: il futuro della ricerca come chiave per la competitività globale

Maria Pia Abbracchio, past president del Gruppo 2003, e Ferdinando Auricchio, professore di Scienza delle Costruzioni all'Università degli Studi di Pavia, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera chiedono al governo "di cogliere l'occasione di attivare un piano di misure capaci di creare nuova fiducia nella capacità di ricerca e di inventiva nel Paese con politiche di investimento che incontrino le visioni di lungo periodo degli imprenditori, degli scienziati, della società civile e di tutti i portatori d'interesse del Paese".

 

L'Italia si trova in un momento critico per il futuro della sua ricerca e innovazione. Nonostante i recenti investimenti del NextgenerationItaly, il panorama post-2026 appare incerto. Storicamente, l'Italia ha sottoinvestito in ricerca, rischiando di compromettere la sua competitività globale.

Le PMI italiane, che costituiscono la spina dorsale dell'economia, faticano ad innovare a causa di infrastrutture inadeguate e scarsità di personale qualificato. Tuttavia, esempi recenti dimostrano che investire in ricerca può portare a risultati straordinari in tempi brevi.

Per invertire questa tendenza, è necessario un approccio governativo proattivo. Misure come la deducibilità totale delle spese di ricerca e la semplificazione burocratica potrebbero stimolare l'innovazione. Un tavolo strategico permanente di esperti potrebbe inoltre garantire una visione a lungo termine per la ricerca nazionale.

In conclusione, secondo Abbracchio e Auricchio, il futuro economico dell'Italia dipende dalla sua capacità di valorizzare la ricerca e l'innovazione. Solo attraverso un impegno costante in questo settore, il paese potrà assicurarsi un ruolo di rilievo nell'economia globale del futuro.

Leggi: Ricerca e innovazione: futuro oscuro dopo il «NextgenerationItaly»? Maria Pia Abbracchio, Ferdinando Auricchio (Corriere della sera - 9 luglio 2024 - pdf)