Importante che l’Agenzia per la ricerca sia trasparente e indipendente dalla politica a partire dalla scelta dei suoi organi direttivi
4 novembre 2019. Il governo ha finalmente proposto l’Agenzia Nazionale per la Ricerca, di cui da molti anni si sente parlare anche grazie all’impegno del Gruppo 2003. Per ora le informazioni sulle caratteristiche dell’Agenzia sono contenute nell’articolo 28 della Bozza del disegno di legge di bilancio per il 2020, che verrà discusso alle Camere nei prossimi giorni.
4 novembre 2019. Il governo ha finalmente proposto l’Agenzia Nazionale per la Ricerca, di cui da molti anni si sente parlare anche grazie all’impegno del Gruppo 2003.
Per ora le informazioni sulle caratteristiche dell’Agenzia sono contenute nell’articolo 28 della Bozza del disegno di legge di bilancio per il 2020, che verrà discusso alle Camere nei prossimi giorni.
Dalla lettura dell’articolo si ricava l’impressione di un organo a forte prevalenza politico-ministeriale, lontano dall’idea di agenzia indipendente, organo tecnico gestito da esperti scelti in modo trasparente, che abbia in carico la gestione di una parte consistente e qualificata di finanziamenti alla ricerca.
Il Gruppo 2003 invita Governo e Parlamento a modificare l’articolo nelle parti che snaturano le caratteristiche di indipendenza dell’agenzia.
Nel merito, riteniamo che il punto più critico della proposta sia la modalità del reclutamento degli organi direttivi. L’articolo di legge, infatti, indica correttamente i candidati come persone di elevata qualificazione scientifica e con esperienza anche gestionale in enti di ricerca, ma lascia la scelta ai ministeri, alla Conferenza dei rettori, al CUN e alla Consulta degli enti di ricerca. Il Gruppo 2003 ritiene questa pratica inadatta e propone l’istituzione di un “Search Committee” costituito da ricercatori ed esperti (anche stranieri) capaci di individuare i candidati migliori in base a meriti scientifici e gestionali in modo del tutto svincolato dalla politica.
D’altra parte, si ritiene che l’agenzia abbia il compito precipuo di erogare i finanziamenti competitivi ai ricercatori meritevoli garantendo trasparenza, certezza e continuità alla comunità scientifica. Questo si potrà fare solo se il Governo e il Parlamento avranno il coraggio di separare la funzione tecnica della gestione dei bandi (in capo all’agenzia) dalla funzione politica della programmazione della ricerca, che individua i filoni di ricerca e priorità di finanziamento, che resta in capo ai ministeri.
Sempre dalla lettura dell’articolo di legge si evince che a regime l’agenzia avrà una dotazione di 200-300 milioni di euro, di cui peraltro non si conosce l’origine ma che si auspica fortemente siano aggiuntivi al budget della ricerca, e non sottratti ad altre voci. Il Gruppo 2003, pur riconoscendo la delicata situazione di bilancio che il governo si trova ad affrontare, ritiene tale dotazione del tutto insufficiente a imprimere quella svolta di cui la ricerca italiana ha bisogno. Si sottolinea a questo proposito che l’Agenzia Nazionale per la Ricerca dovrebbe gestire tutti i finanziamenti erogati su base competitiva a seguito di bandi oggi sparpagliati sotto diversi ministeri, ciascuno dei quali gestito secondo logiche diverse. Il valore aggiunto di una agenzia di questo genere, infatti, è proprio quello di riportare a unità il finanziamento della ricerca secondo le buone pratiche internazionali.
In conclusione, il Gruppo 2003 invita Governo e Parlamento a emendare l’articolo della legge di stabilità dedicato all’Agenzia Nazionale per la Ricerca per renderla davvero organo competente, trasparente e indipendente di finanziamento della ricerca scientifica.